Champions League
Champions League: Milan, vittoria sofferta in Slovacchia
Tre punti preziosissimi, ma poco altro da salvare nella trasferta di Champions League del Milan contro lo Slovan Bratislava.
Primo tempo, un film già visto
La prima frazione di gioco è sembrata una replica del recente match contro il Cagliari: un Milan manovriero e padrone del possesso, ma lento e prevedibile dalla trequarti in su, e pericolosamente vulnerabile in fase difensiva.
Dopo l’illusorio vantaggio firmato da Christian Pulisic, i rossoneri sono stati puniti dalla rapidità del bravo Barseghyan, che ha percorso quasi tutto il campo palla al piede prima di battere Maignan con una facilità disarmante. Il pareggio ha evidenziato ancora una volta i problemi di equilibrio tra fase offensiva e difensiva della squadra di Paulo Fonseca, incapace di gestire le transizioni e fin troppo fragile davanti alle ripartenze degli avversari.
Anche in altre circostanze, la difesa del Milan ha tremato, faticando a contenere le avanzate di uno Slovan Bratislava combattivo e organizzato, seppur tecnicamente inferiore.
Ripresa: qualità e fatica
Nel secondo tempo, la maggiore qualità del Milan è emersa, soprattutto grazie ai guizzi dei suoi talenti offensivi. Le reti di Rafael Leao e Tammy Abraham hanno riportato avanti i rossoneri, ma non sono bastate per mettere in ghiaccio la partita.
Nel finale, lo Slovan ha riaperto il match con un eurogol di Marcelli, che ha riportato la tensione nelle fila del Milan. Fortunatamente per i rossoneri, il tempo rimasto era ormai insufficiente per i padroni di casa per completare la rimonta.
Problemi irrisolti e segnali d’allarme
Nonostante la vittoria, restano aperte molte questioni per il tecnico Paulo Fonseca. La squadra continua a mostrarsi troppo sbilanciata, con una fase difensiva che fatica a reggere il pressing avversario e una manovra offensiva spesso sterile e prevedibile.
La trasferta di Bratislava era sulla carta un’occasione per mostrare progressi e consolidare il cammino europeo, ma il Milan è apparso ancora lontano dall’avere la solidità e la maturità necessarie per affrontare avversari più competitivi nelle fasi successive della competizione.
(Foto: Depositphotos)