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Sfida ai rigori
Sfida ai rigori.
L’essenza di una competizione, la sua vera ragion d’essere, è stabilire chi sia il migliore tra i contendenti. In ogni gioco e in ogni sport è così, ed è per questo che il pareggio è visto come una via di mezzo che non accontenta nessuno, buono al massimo per strategie sul lungo periodo. È anche per questo che, quando il lungo periodo non è un’opzione, qualsiasi sport ha i suoi sistemi per far sì che una competizione incoroni sempre un vincitore. Spareggi, conteggi ai punti e migliori statistiche sono tutti sistemi validi, ma nessuno di essi ha la solennità che, nel calcio, hanno i calci di rigore.
Si tratta di sfide nelle quali uno sport di squadra si trasforma in una sfida uno contro uno, e che si svolgono nel momento culminante di partite dove le due contendenti si sono equivalse. È facile capire per quale motivo siano tantissime le serie di rigori impresse nella memoria degli appassionati di calcio, diventate manifesto di questo sport.
Una delle sfide più ricordate in Italia è senza dubbio quella del 9 luglio 2006, quando nella finale dei Mondiali si sfidarono Italia e Francia. Vantaggio francese di Zidane, pareggio di Materazzi, gli stessi calciatori protagonisti della testata nei tempi supplementari, con l’espulsione del francese alla sua ultima partita tra i blues: difficile pensare a una sceneggiatura più adatta per una conclusione ai calci di rigore. Dopo l’1 a 1 dei tempi regolamentari, inalterato ai supplementari, l’errore di Trezeguet nel secondo rigore consegnò il vantaggio all’Italia, mantenuto fino al quinto e conclusivo rigore.
Altra impresa memorabile era avvenuta pochi anni prima, nel 2000: si giocavano gli Europei in Belgio e in Olanda, e in semifinale i padroni di casa olandesi sfidano l’Italia. Durante i tempi regolamentari gli orange vanno due volte sul dischetto. La prima volta, con espulsione di Zambrotta, Toldo para, mentre la seconda volta è il palo a mantenere il risultato sullo 0 – 0. Risultato mantenuto anche per tutti i supplementari, e ai rigori ci sono da una parte gli olandesi intimoriti dai due errori, dall’altra gli azzurri entusiasti per essere sopravvissuti a un’ora e mezza di gioco in inferiorità numerica. Due stati d’animo opposti, che trovano conferma nella lotteria dei rigori. Toldo para, gli olandesi sbagliano, e l’Italia stacca il biglietto per la finale contro la Francia. Che avrà un epilogo ben più amaro, ma questa è un’altra storia.
La lotteria dei rigori
Abbiamo parlato di lotteria dei rigori, un’espressione particolarmente apprezzata perché in grado di dipingere perfettamente l’imprevedibilità del dischetto. Ma nei rigori non c’è solo fortuna, e in questo possiamo fare un paragone calzante con il poker. L’apparenza di totale casualità nasconde una realtà fatta di allenamento, studio e spesso tanta strategia psicologica. Lo sanno bene i milanisti, che nel 2005 vissero una serata di montagne russe emotive. La finale della Champions League quell’anno si giocava a Istanbul, e il 25 maggio scesero in campo Milan e Liverpool. Il primo tempo si concluse con un Milan dominante e in vantaggio per 3 – 0, ma al rientro in campo nel giro di sei minuti il Liverpool si portò sul 3 – 3. I rossoneri, frastornati, non riuscirono a concretizzare nessuna delle successive occasioni, e si presentarono ancora increduli al momento dei calci di rigore, destinati a diventare il palcoscenico del portiere dei reds Jerzy Dudek. Il polacco aspettò la conclusione di ogni tiratore ostentando movimenti sgraziati sulla linea di porta, volendo approfittare dello stato d’animo dei milanisti per deconcentrarli. Una strategia efficace, che gli ha permesso di parare due tiri e vederne un terzo sfilare alto sulla traversa. Due anni dopo, nel 2007, il Milan si prese la sua rivincita ad Atene, ma la finale del 2005 rimane una delle più incredibili della Champions League.
Liverpool protagonista ai rigori anche nella finale della 62esima edizione della Coppa di Lega inglese, giocata nel 2022 contro il Chelsea. Tempi regolamentari e supplementari finiti 0-0, le squadre vanno sul dischetto. E si intende letteralmente, visto che dopo i primi cinque rigoristi hanno tirato tutti i calciatori in campo, e tutti hanno segnato i loro rigori. Dopo 20 tiri, con il risultato sul 10 – 10, si sono sfidati i portieri: Kelleher, portiere del Liverpool, realizza il suo, mentre Kepa Arrizabalaga, entrato appositamente dopo i supplementari, tira alto e consegna la coppa ai reds. Per gli amanti dei record, non si tratta nemmeno della serie di rigori più lunga: ce ne sono state altre molto più durature, una addirittura di cinquanta minuti.
I rigori sono lo spareggio perfetto per il calcio, sport che vive di passioni ed entusiasmo. Nessun’altra soluzione sarebbe in grado di riassumere allo stesso modo tutte le emozioni di questo sport.
(Foto: Depositphotos)