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#DIE60 – Maradona “Dio del calcio”

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Maradona
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Il ragazzo d’oro è nato a Lanus il 30 Ottobre 1960 e da quel giorno, senza che nessuno lo immaginasse, il “Dio del pallone” è sceso sulla terra. Non ci sono altri modi per rendere l’idea di ciò che Maradona è stato in campo. Prima di lui molti grandi giocatori e campioni, nella sua epoca fuoriclasse incredibili; dopo di lui grandissimi interpreti di questo sport. Ma mai nessuno come lui, forse Pelè – ma su questo dualismo ci ritorneremo in eterno. Descrivere Diego Armando Maradona non è facile: le sensazioni che dava a chi lo vedeva giocare erano fra lo stupore e l’incredulità. Lui non calciava il pallone: lo pennellava, accarezzandolo.

Le sue giocate erano paragonabili al genio della matematica che risolve un’equazione di quindicesimo grado. Quasi tutti i suoi goal, 255 in 453 presenze, non sono stati mai banali. Anche i rigori, spesso gesto tecnico freddo, battuti da lui davano quella dose di pathos creativo.

Diego come calciatore è stato eccessivo: è andato oltre ciò che fino a quel momento poteva proporre e che ancora oggi rimane mitologia. Gli eccessi Diego li ha portati e vissuti anche fuori dal rettangolo verde. Ma questo non è affar nostro. Il suo patrimonio, magnifico interprete di questo sport, lo è.

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IL DUALISMO CON PELE’

Secondo tanti, unico altro calciatore accostabile alla magnificenza del Pibe de Oro è stato Pelè. Il brasiliano è di una generazione precedente a Diego. Nasce infatti il 23 Ottobre 1940.

I due hanno fatto meraviglie e si contendono lo scettro del miglior giocatore di tutti i tempi. Ognuno con la sua opinione, tutte sono rispettabili. Ma sento di affermare che Maradona poteva da solo far vincere una partita o un campionato. Pelè ha solo e sempre giocato in Brasile per il Santos.

Quando un papà dice al figlio “ti faccio vedere in video di come si gioca al calcio” si mostra sempre Diego, anche durante gli allenamenti che faceva a Soccavo ai tempi del Napoli. Diego rimarrà sempre impresso negli occhi di chi lo ha ammirato e nell’almanacco come il più forte. Un giorno forse nascerà uno migliore di lui, e probabilmente avrà le ali e tre gambe.

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