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Angolo del tifoso

SPECIALE 2020 – Angolo Lazio

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Tempo di lettura: 4 minuti

LA SPERANZA DELL’ANNO CHE VERRÀ

Sembra passato chissa quanto tempo dal 29 febbraio 2020: splendeva il sole quel giorno su uno stadio Olimpico festante e la Lazio aveva appena battuto il Bologna per due a zero. Correa e Luis Alberto l’avevano issata lassù nel gotha del calcio italiano a un solo punto dalla Juventus, capolista e campione in carica.  Poi il silenzio, lo stop forzato per colpa di un nemico invisibile che giorno dopo giorno si è infiltrato nelle pieghe della nostra vita sconvolgendola.  La ripresa, lenta e zoppicante,  ancora non ha compiuto tutto il suo percorso. Nel giudicare l’anno solare della Lazio non si può tralasciare nè il pre ne il post lockdown, non si può parlare della bellezza scintillante di inizio anno senza avere negli occhi la sofferenza di giugno e luglio.  Quello che sarebbe stato senza il Covid fa male immaginarlo, non c’è controprova e mai ci sarà.

Il voto alla squadra

L’annata nel suo complesso è stata ampiamente positiva anche se, nel fare questi consuntivi, di solito si tende a dare più peso alle ultime cose viste e vissute. Quindi, cercando di isolarsi mentalmente, bisogna considerare il record di vittorie consecutive: con il 5-1 alla Sampdoria dello scorso gennaio, infatti, i biancazzurri centrarono l’undicesimo successo di fila in Serie A, numero mai raggiunto prima. Anche l’imbattibilità di 21 gare consecutive senza k.o. è stata una medaglia da appendere sul petto.

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Quello che però più di tutto ha segnato l’anno è stata la conquista della qualificazione per i gironi di Champions League che mancava dai tempi della Lazio di Delio Rossi. Le sofferenze di questo inizio campionato sono state mitigate dall’approdo agli ottavi di finale della massima competizione continentale con un percorso accidentato ma a tratti eroico (molte partite disputate con l’organico falciadiato dal Covid) e coinvolgente. La votazione all’anno solare dunque, proprio tenendo conto di tutto, è un bel 7.5.

I giocatori

Parlando dei singoli c’è un giocatore che oggettivamente è irraggiungibile per tutti e si staglia in vetta al mio podio virtuale: Ciro Immobile.

Il bomber laziale ha messo a segno 34 reti nell’anno solare, ha vinto una scarpa d’oro e una classifica dei cannonieri infrangendo record su record. Una continuità impressionante per un giocatore che a Roma ha trovato il suo paradiso calcistico.  Il suo voto è altissimo, per me non meno di un 9 pieno.

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Dietro di lui, il vuoto o quasi. Nessuno ha ripetuto la parte finale del 2019, quasi tutti hanno avuto fasi molto alterne, picchi medio alti seguiti da momenti di buio totale. Ad accompagnare Immobile sul podio metto Acerbi, rendimento e abnegazione, e Caicedo. Le gioie regalate da Felipao nei minuti conclusivi restano momenti indimenticabili per ogni tifoso laziale.

L’anno che verrà

Cosa ci aspetterà in questo 2021 non è facile prevederlo. La situazione del calcio italiano riflette quello che sta accadendo nel mondo intero. Una crisi economica senza precedenti sembra aver investito il mondo del pallone ad ogni latitudine con il mercato invernale che ci apprestiamo a vivere che immaginare sottotono è un eufemismo. La Lazio avrebbe bisogno di parecchi interventi a livello di rosa, uno svecchiamento del parco giocatori sembra ormai non rinviabile. Ma ci sentiamo di dire, con una certa sicurezza, che tutto questo non accadrà nel prossimo mese. Se ci aspettiamo stravolgimenti e migliorie rimarremo, come al solito, delusi. Speriamo quindi in qualche rattoppo e in qualche miracolo: un Mauri del 2006, un Candreva del 2012 o magari un Radu del 2008.

Ci sarà una notte speciale da giocare contro il Bayern Monaco negli ottavi di Champions e un campionato da onorare per sperare di confermare la posizione della stagione precedente.

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Ma più di tutto auguro ai tifosi della Lazio di poter tornare finalmente a casa, di riprendere quel compito sospeso alla fine di febbraio: Sostenere la maglia biancoceleste sempre e ovunque. Tornare sugli spalti, al solito posto, a fianco dei soliti amici è la speranza dell’anno che verrà, perché tornare allo stadio sarebbe innanzitutto la conferma di aver superato questo momento buio per il mondo intero.  Tornare a casa per riprendere a vivere, lo stadio come simbolismo di una rinascita, un rifiorire. La normalità di un gesto fatto mille volte, di un coro urlato in curva, di un abbraccio dopo un gol. La normalità che ci manca e che vogliamo riavere.

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando.
Sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno.

Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno”.

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Buon anno laziali

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