Approfondimenti
NUMERO 14 – Il contenuto della busta
Per gli affezionati della mia rubrica non c’è bisogno di spiegare l’antefatto, è sufficiente rinviarli all’articolo “Eppure faceva l’ala destra”.
Per tutti gli altri un breve riassunto degli avvenimenti.
Paolo Rossi, ventenne toscano cresciuto nelle giovanili della Juventus, sta affrontando i suoi primi anni come calciatore professionista.
Per lui non è stato semplice: tre menischi su quattro gli sono stati asportati e le sue precarie condizioni fisiche impongono alla società bianconera una verifica sul suo completo recupero prima di includerlo nei ranghi della prima squadra.
Il banco di prova prescelto è Como ma, al termine dell’anno di prestito alla squadra lariana, il bilancio del giocatore è deficitario: sei presenze appena e nessun gol.
La prova d’appello è a Vicenza, questa volta in comproprietà.
Non può permettersi di fallire: un’altra stagione incolore sarebbe la fine della carriera.
E’ sempre stato un’ala destra ma l’improvvisa rottura del centravanti titolare della squadra con la società per una questione di ingaggio lo dirotta al centro dell’attacco su intuizione dell’allenatore G. B. Fabbri.
Fine del riepilogo e inizio di un nuovo capitolo della storia.
Il cambio di ruolo potrebbe essere la rovina per Rossi.
Invece diventa il suo trampolino di lancio: al termine del campionato di Serie B la squadra biancorossa è prima in classifica.
La promozione in serie A è frutto del brillante gioco collettivo impostato dal tecnico e dei suoi guizzi in area di rigore: 21 palloni messi in fondo al sacco, titolo di capocannoniere in tasca e meritatissima riconferma per il campionato successivo.
E cartellino sempre diviso a metà tra Juventus e Vicenza.
Il salto di categoria viene affrontato dal giocatore e dalla squadra con il medesimo atteggiamento: si gioca ogni partita a viso aperto e ogni pallone è buono per essere trasformato in marcatura.
Alla fine del campionato il Vicenza raggiunge un incredibile secondo posto alle spalle della Juventus, sfiorando lo scudetto, e Rossi migliora il suo record personale siglando 24 reti che gli valgono il titolo di re dei bomber per il secondo anno consecutivo.
Inoltre si è guadagnato un posto in nazionale e sarà tra i 22 che disputeranno il Mondiale in Argentina.
A volte la vita cambia molto in fretta: in appena due anni l’infortunato cronico con la carriera sempre in bilico si è trasformato in un personaggio da copertina.
A Vicenza è ormai un divo perennemente assediato dai tifosi a caccia di autografi mentre a Torino non vedono l’ora di rivederlo con la loro maglia addosso, magari per conquistare il terzo titolo di capocannoniere in tre anni.
Ma c’è sempre la questione del cartellino a metà tra le due squadre.
Per il presidente bianconero Boniperti il problema non esiste: il calciatore è stato cresciuto da loro e lui lo considera a tutti gli effetti già nella rosa della squadra per la prossima stagione.
La comproprietà la vede come un patto formale. Se è vero che il Vicenza ha valorizzato il giocatore è altrettanto vero che hanno beneficiato per due anni delle sue eccellenti prestazioni, come stanno a testimoniare i risultati raggiunti.
E tutto grazie alla sua generosità. Quindi facciano un prezzo onesto per la loro metà del cartellino e passino dalla sua segretaria per la ratifica dell’accordo.
Vicenda chiusa e tutti soddisfatti.
Tutti, tranne Giuseppe Farina, il presidente del Vicenza.
Ha ascoltato il suo omologo juventino con pazienza ma anche con un sorriso sornione.
Conosce molto bene la situazione e sa che la sua squadra non sarebbe la stessa senza quel folletto dal gol facile lì davanti.
E l’ultima cosa che vuole è smontare un giocattolo che finora ha girato alla perfezione.
Chiede a Boniperti di lasciargli Rossi ancora per un anno. Uno solo e poi lo lascerà libero di tornare a Torino.
Il suo interlocutore è irremovibile: Rossi gli serve adesso e niente proroghe.
Farina non molla. Pensa di poter puntare ancora più in alto il prossimo anno con la conferma in blocco della squadra. Ed è pronto ad investire.
Non c’è accordo: si andrà alle buste.
Farina interpella sul caso tutti i giocatori. I più audaci suggeriscono di sfondare il muro del miliardo d’offerta, il tecnico Fabbri è sicuro che aggiungendoci altri 400 milioni si assicura la permanenza di Rossi.
Un miliardo e 400 milioni. Cifra enorme. Come si fa ad essere sicuri che la Juve non presenti una offerta superiore?
Certo, è tempo di cassa integrazione in Fiat e i dirigenti bianconeri non possono investire troppo nell’operazione mentre i vertici dell’azienda torinese sono costretti a licenziare gli operai in mancanza di fondi sufficienti per gli stipendi.
Questione di immagine. E di coerenza.
Farina ci pensa, si pone domande, si tormenta.
Sa che la squadra ha bisogno di Paolo Rossi ma fino a dove può spingersi senza rischiare un tracollo finanziario?
Non ha comunque alle spalle un colosso economico e i benefici dell’operazione sono soltanto sulla carta.
Di certo c’è solo una somma enorme da sborsare.
Poco prima della scadenza dei termini per la presentazione delle buste è arrivata una clamorosa soffiata.
Chi parla si dice sicuro della sua fonte di informazioni: la Juventus ha preparato una busta con due miliardi e mezzo pur di assicurarsi Rossi.
Non c’è scelta: serve una offerta superiore per non farselo sfilare da sotto il naso.
Farina decide di dare credito all’informatore e prepara una busta con dentro due miliardi e 612 milioni.
All’apertura dei due plichi succede quello che nessuno si aspetterebbe: l’offerta bianconera non supera gli 875 milioni.
Farina è sbiancato in volto. Ha avuto quello che voleva ma davvero ha fatto la cosa giusta?
Ora Rossi è di sua proprietà, la squadra con lui può sognare in grande e ha avuto anche la soddisfazione di trionfare contro lo strapotere economico della Juve.
Ma l’intera vicenda si trascina dietro un infinito corollario di polemiche, c’è un enorme debito da onorare con la società bianconera e l’unità d’intenti del Vicenza, passata l’iniziale euforia, comincia a scricchiolare sotto il peso dei dubbi e delle incertezze societarie per il prossimo campionato.
Ma questo è un altro capitolo della storia..