Approfondimenti
ÇA VA SANS DIRE – I giorni dell’IRA
It’s the same old theme
Since nineteen-sixteen
Un sipario di nubi separa la Terra d’Irlanda dallo sguardo del Cosmo. Certi giorni senti Dio suonare la fisarmonica: le nuvole s’allargano, un raggio di sole trova la strada e si poggia sulle gote pallide della figlia di Eileen, sul sagrato d’una chiesetta nel Limerick. Il bacio divino infonde in Dolores la grazia d’un timbro vocale mistico, celtico, quasi etereo.
1994. Saturday, August 12th
Mezzo milione di persone felici ondeggiano nella piana di Woodstock: celebrano i venticinque anni del Festival più determinante della Storia della Musica. Ipnotizzati, trattengono il respiro colla fronte al palco.
L’abitino scuro scopre completamente la schiena, cascando morbido sulle caviglie. Capelli biondi cortissimi lasciano aria alla nuca, dalla quale pende la catenina culminante nella croce che sbatte sull’ombelico. I Cranberries fanno da cornice alla voce meno descrivibile possiate udire. La potenza d’un canto gregoriano ed il virtuosismo dello yodel nello stesso, incantevole timbro che riconosceresti nel frastuono, ad occhi chiusi. Dolores O’ Riordan non canta: pizzica le corde dell’anima, che vibrando produce note.
Woodstock pende dalla sua voce, in attesa dell’incantesimo. Parte la band: quattro accordi, arrangiamento scarno ma curato. Poi entra l’Angelo, ma la voce vibra rabbia: l’esibizione più potente di sempre. Distorsione, testo martellante e ipnotico, voce singhiozzante e isterica. Zombie.
Another mother’s breaking
Heart is taking over
When the violence causes silence
We must be mistaken
1993. Saturday, March 20th
Manchester, Moss Side. Il mosaico di edifici fatiscenti avvolge il variegato ventaglio di etnie che lo popolano. Giusto in mezzo è Maine Road, cartolina plumbea della metà di Manchester: quella sbagliata, quella arrabbiata. È il giorno del derby, non c’è un posto libero. La processione dal Kippax è mogia, il vento ammassa nuvole ed ulula mestizia. C’è qualcosa di strano, nell’aria.
Lo squadrone di sir Alex ciondola classe e blasone, apparentemente indifferente al contesto. Steve Bruce guarda torvo gli avversari, Paul Ince è marmoreo sostegno alla mediana, Ryan Giggs sussurra poesie sul versante sinistro. Ciononostante, la parabola giusta beffa Schmeichel: Holden disegna il cross mancino e Niall Quinn -sangue irlandese e panza alcolica- indovina la testata ad inizio ripresa. I Citizens schiumano la rabbia di chi ha fame e lo United barcolla fino a quando il Signore colla Sette alza il colletto, libra nell’aria sospeso dagli Angeli ed incorna il pareggio sotto la North Stand che gronda Diavoli away: madames et monsieur, Eric Cantona.
L’1-1 finale non scontenta nessuno, eppure il deflusso è altrettanto composto, diresti quasi imbarazzato. Deve esser successo qualcosa di brutto.
Poco distante, poche ore prima
Qualche decina di chilometri ad ovest, più o meno a metà strada con Liverpool, una insolita giornata primaverile accarezza la gente di Warrington: alla luce d’un timido sole, la città brulica per le stradine dello shopping. È il giorno della festa della mamma.
Poco prima di mezzogiorno, una telefonata farfuglia di una bomba fuori dal negozio Boots, senza specificare quale. La polizia del Merseyside invia ufficiali a Liverpool ed avvisa i colleghi del Cheshire. Mezz’ora dopo, due bombe in Bridge Street squarciano il cuore di Warrington. A distanza di un minuto l’una dall’altra. La prima salta in aria davanti al McDonald’s: chi si salva scappa via alla cieca, verso i magazzini Argos. Lì davanti esplode la seconda. Si scoprirà che gli ordigni stavano nei cestini per rifiuti in ghisa, le cui schegge divennero proiettili.
Johnathan Ball ha tre anni ed è morto sul colpo. Era in città con la babysitter per comprare il biglietto alla sua mamma. Tim Parry ne ha dodici ed è parso subito grave. Cinque giorni dopo i genitori daranno il tremendo placet: spegnete le macchine, è finita. Non si contano i feriti per i quali si renderanno necessarie amputazioni. L‘IRA ha riconosciuto l’attentato il giorno dopo, rivendicando la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord.
In your head, in your head, they are fighting
With their tanks, and their bombs
And their bombs, and their guns
Quel giorno, i Cranberries sono in giro ad ammaliare l’Inghilterra. Dolores, la cui educazione cattolica non è stata completamente smaltita dai demoni della celebrità, traduce lo sdegno nei versi che riscriveranno molto più che una Hit Parade. Compone di getto, in appena venti minuti, sufficienti a vomitare ottant’anni di orrori.
Nel 1916 l’Easter Rising diede il via al lungo processo verso l’indipendenza dell’Irlanda dal Regno Unito. L’accordo sanciva la cessione di sei contee irlandesi all’Inghilterra. Da allora non è cambiato niente: guerra, morte ed ingiustizia.
I genitori di Tim, Colin e Wendy Parry, hanno scoperto il vero significato della canzone solo dopo la morte di Dolores. La maestosità delle parole sta nella brutalità di quanto siano reali. Tragedie come quella di Warrington hanno sortito un effetto devastante: la gente diventa immune al dolore, come gli zombie.
La ragazzina timida del Limerick non sopravvisse a lungo alla sua stessa fama. Lascia a chi l’ha amata l’eleganza della sua voce in ogni canzone: qualsiasi parola abbia cantato è stata avvolta da un velo di purezza. Misticismo in musica.
Zombie è urlo di dolore, grido d’orrore e tuttavia null’altro che la più straordinaria e terribile canzone di pace per l’Irlanda. Il cui impatto è stato, letteralmente, disarmante. Poche settimane dopo l’uscita del singolo, l’IRA annuncia il cessate il fuoco dopo venticinque anni. Scotland Yard ha ammesso che la scelta fosse suggerita dalla volontà di evitare altre canzoni dei Cranberries.
Cantona ha incantato finchè ha potuto. Niall Quinn ha poi smesso di giocare: non di bere. Dolores O’ Riordan ci ha lasciati. L’Irlanda ferita, sgomenta, esausta continua a cantare le sue parole contro la morte.
Non c’è un giorno che non valga la pena ascoltare i Cranberries. La performance di Woodstock resta la più potente di sempre.
Ar dheis de go raidh a anam dilis a stoirin, Dolores
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