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Roma: lo spirito ‘giallorossaudade’ guida del nuovo corso

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Una brezza lusitana accompagna ormai da mesi il nuovo corso della Roma, dalla proprietà sempre a stelle e strisce. Ma dalla Bay State di James Pallotta alla California della famiglia Friedkin, la transizione assume progressivamente i tratti rivoluzionari.

Una rivoluzione silenziosa, partita poco meno di un anno fa ed esplosa in sordina, fino ad arrivare al colpo per eccellenza, che di silenzioso ha ben poco. Quel José Mourinho, passepartout per una Roma più internazionale e volenterosa di voler decollare in Italia e non solo. Pazienza se negli ultimi anni si è assistita a una sorta di ‘deromanizzazione‘, che si è resa inevitabile per restare al passo del mondo del calcio, che cambia velocemente. La rivoluzione non poteva più aspettare: i Friedkin lo hanno capito, allestendo un gruppo di lavoro dal sapore quasi di ‘instant team’. Che di ‘instant team’ potrebbe avere ben poco sul campo, stando al basso profilo dei protagonisti.

UNA ROMA DAL DNA PORTOGHESE

Nuovo corso che ha trasformato il Portogallo in un vero e proprio quartier generale della società giallorossa. Tutto nasce dall’avvento di Tiago Pinto nella capitale sponda giallorossa. L’uomo mercato della Roma è stato il principale artefice del capolavoro Mourinho, facendo schizzare l’entusiasmo dei tifosi alle stelle. Non una missione particolarmente banale dopo una stagione che ha visto la ‘prima Roma portoghese’, firmata Paulo Fonseca, piazzarsi con non pochi patemi nella neonata Conference League.

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Competizione in cui avrà inizio il progetto dello Special One a tinte giallorosse. Già, perché la parola ricorrente nel corso della sua prima conferenza stampa è stata ‘progetto’. Nessun proclamo a breve termine, anche a costo di andare controcorrente all’eccitazione della piazza.

Processo a cui servono idee, ma soprattutto tempo e pazienza. Con questo slogan – alla faccia dell’instant team -, José Mourinho ha deciso di ritornare in Italia, in una delle piazze più calde e difficili del nostro campionato. Ma a questo il tecnico ex Tottenham è abituato, e forse non c’era personaggio migliore di lui.

Tempo e pazienza: un credito forse fin troppo oneroso per i tifosi romanisti, che a questo punto si aspettano di tornare a vincere, il prima possibile. Troppo lungo il digiuno di vittorie per poter aspettare ancora, soprattutto se in questi anni la sponda biancoceleste della Capitale ha portato a casa ben quattro trofei. Ma momentaneamente non sussiste altra strada, se non quella della programmazione.

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RUI PATRICIO: UN NUOVO LUSITANO NELLA CORTE GIALLOROSSA

Sicuramente avrà pochi problemi di ambientamento il neo portiere della Roma, Rui Patricio. Lui che è nato a Leiria, a poco meno di 200 km dalla Setubal di Mourinho, e che è il prescelto dal nuovo beniamino giallorosso per guidare il nuovo ciclo romanista. Non più giovanissimo (classe ’88), l’ex Wolverhampton sbarca in Italia grazie a un investimento anche importante, considerando che gli 11,5 milioni di euro spesi rappresentano una potenziale minusvalenza in tema di bilancio. Operazione, tuttavia, che dimostra l’unità di intenti tra tutte le parti in causa: a partire dai Friedkin fino ad arrivare a Mou, passando per Tiago Pinto.

E chissà se ci sarà spazio per un altro colpo portoghese, con Alex Telles che è il nome delle ultime ore e che potrebbe rientrare in ottica di un’operazione a titolo temporaneo. Giusto il tempo di far rientrare a pieno regime Leonardo Spinazzola, protagonista nel successo europeo dell’Italia e costretto a restare ai box per diversi mesi, con in tasca la consapevolezza di avere la possibilità di riprendersi tutto ciò che si merita.

Passano le settimane e più si avvicina il 19 agosto, prima giornata di playoff della Conference League che sancirà l’avvio dell’era Mourinho. L’inizio di un nuovo percorso che parla sempre più portoghese. E il mercato potrebbe a tal proposito spingere sempre più quel quartier generale verso la penisola iberica. I romanisti potrebbero assistere, sì, a una Roma sempre più ‘giallorossaudade’ e meno ‘romanesca’, ma la loro speranza è quella di avere un DNA plasmato che possa essere quello dei vincenti. La proprietà transitiva non è scontata, ma lo Special One non può che essere l’uomo giusto per ritornare a essere vincenti. Pazienza permettendo.

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(foto: profilo Twitter ufficiale AS Roma)

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