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ANGOLO SALERNITANA – Il meno è fatto

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È il mercoledì dell’Armageddon, all’Arechi. Lo scotto, il noviziato e che vuoi tu: se non oggi, quando?
Cinque difensori, altri quattro e Ribery: una montagna di muscoli a spaventare l’Hellas. Magnani, Günther e Dawidowicz, tuttavia, sono ceffi da saloon: non gli metti paura sbattendo i piedi a terra.
Se, dopo Ansaldi, pure Lazovic ti ricorda Gareth Bale beh: due domande sulla catena di destra me le porrei. La Salernitana spende un sacco, raccoglie poco ed imbarca: le carezze di Kalinic sono pugni al mento di Castori, il cui scranno traballa.
L’ultima posizione è un cocktail alla solitudine: è comunque meglio che bere da soli! Pazzi ed ubriachi il ciel li aiuta: allo scadere Gondo rende un senso alla serata, alla ripresa il palo ne concede un ulteriore. Dannazione, c’è vita.
La curva è una caldaia, lo stadio bolle: si gioca sempre più dalle parti di Montipò. Il controllo col quale M. Coulibaly trasforma una pietra a mare in assist al bacio è un sussurro da narrare con delicatezza: il pari è delirio, la bolgia è orgiastica ed il Verona traballa. Ma resta in piedi, sbattendo addirittura sull’incrocio. Il 2-2, in definitiva, non fa felice nessuno.

Che la Salernitana stia crescendo è un dato. Chi doveva incidere -penso a Simy, penso a Gagliolo- è arrivato a Salerno in condizione indecente e non potrà che far meglio. Il presepio, peraltro, per nulla deprime Ribery. Qualcosa di buono si vede -Ranieri, Gondo- e qualcosa di molto buono pure: Mamadou ha le stimmate.

Il tema, il dilemma se vuoi, è di quelli ai quali non puoi rispondere senza pensarci bene: che ne facciamo di Castori?

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