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Angolo del tifoso

ANGOLO SPEZIA – All’ultimo tuffo

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Tempo di lettura: 3 minuti

Vittoria all’ultimo tuffo

Lo Spezia riesce ad agguantare la vittoria nell’ultimo dei quattro minuti di recupero. Caldara, che fino ad allora era stato pressochè perfetto, rinvia di testa sui piedi di Manaj. Tiro dell’attaccante albanese smanacciato miracolosamente e goal dell’accorrente Gyasi, che entra in rete con tutta la palla. Doveri si gira per convalidare il goal, ma nella metà campo spezzina non c’è nessuno. Sono tutti a festeggiare sotto la curva Ferrovia. Tutto il Picco salta come una padella piena  di popcorn bollenti. Ci ha preso gusto il buon Emmanel evidentemente. E così, dopo aver segnato all’ultimo secondo a San Siro contro il Milan, segna una rete importantissima che può valere la salvezza.

Attacco iniziale

Durante la mattinata, molti erano rimasti sorpresi dai fiocchi di neve caduti in provincia e sul Parodi. Allo stesso modo Motta sorprende tutti nella formazione iniziale. Mentre molti davano Manaj e Verde dal primo minuto, Motta decide di lanciare dal primo minuto Kovalenko e Agudelo. Chiaro l’intento: infoltire il centrocampo e ripartire in velocità contro i più lenti difensori avversari. Il giochino riesce a metà. Anzi lo Spezia si rende pericoloso più con le accelerazioni di Reca e i cross dalle fasce, che con le ripartenze. Agudelo non sembra trovare lo spunto e resta a galleggiare sulla trequarti in attesa di un pallone da poter giocare con una delle sue tipiche serpentine. Il Venezia, pur standosene buono buono nella propria metà campo, concede un quarto d’ora accademico. Dopodichè decide di provare a fare qualcosa. Ma appena lo fa, lo Spezia sfiora il vantaggio con Bastoni che fa fare bella figura al portiere veneziano. Johsen e Okereke provano ad imbucarsi alla festa, ma Erlic e Nkolau sono i buttafuori della situazione e smorzano sul nascere ogni iniziativa. Aramu colpisce l’incrocio  su punizione. Questione di centimetri. Sembra un segno propizio. Il fato potrebbe riservare qualcosa di bello alle aquile.

Pareggio tattico

La partita anche nella ripresa appare giocata a centrocampo. Lo Spezia sembra un filino più stanco, ma non accelera più di tanto. Il pareggio in fondo è buono. Primo comandamento: é gara questa da non perdere. Troppo importante non perdere infatti con la terz’ultima per evitare di rimetterla in corsa.  Il Venezia ora gioca a tre. Muove la torre e gli alfieri. Aramu sembra la regina e si permette mosse in ogni direzione. Motta- Kasparov risponde con Verde e Manaj. Si vede qualche barlume di leggerezza nella testa, ma la palla oggi pesa. La gamba di molti non gira come nelle ultime partite. Maggiore e Bastoni fanno proseliti di generosità. Doveri ha il suo da fare per smorzare i nervi. Si intravedono  scintille in campo, ma senza falli troppo cattivi. Quelle che mancano sono però le occasioni da rete. Aramu strozza la conclusione, mentre Bastoni calcia a lato. Ad una manciata di minuti dal termine, Manaj incorna verso la porta ma Maenpaa compie la parata della domenica, anzi del sabato.

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Apoteosi finale

Sembra un pareggio scritto. Il cielo ritorna di nuovo grigio. E mentre qualcuno inizia a guardare con il naso all’insù per capire se pioverà, anche Caldara prova ad alzare un’ultima palla, che purtroppo per lui si rivela fatale. Manaj e Gyasi colpiscono al cuore il Venezia. Non c’è più tempo. Palla al centro e fischio finale sono quasi un tutt’uno. Ancora settanta secondi da contare,  ma la gente sta già esultando da un pezzo.  Ora tutti a casa a raccontarla a chi non c’era. E che non sa che cosa si sta perdendo.

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