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Angolo del tifoso

ANGOLO NAPOLI – Napule è… dispiaceri viola al Maradona

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Era – a detta di tutti – una delle partite più complicate da qui alla fine.

Perché di fronte c’era la Fiorentina assai in palla dell’ultimo periodo e soprattutto perché, purtroppo, la si affrontava in casa con lo stadio pieno ed entusiasta.
Sono, gli ultimi due, i fattori negativi di una stagione che rimane ancora molto positiva, nonostante le sei sconfitte finora subite, cinque delle quali tra le mura che, in teoria, dovrebbero essere amiche.

Nella domenica in cui bisognava restare ad ogni costo attaccati alle milanesi, tre gol subiti in novanta minuti condannano invece la squadra di Spalletti ad una settimana di tensioni e, forse, discussioni.

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Tante discussioni, in ogni caso, è assurdo farne, poiché la Fiorentina ha giocato probabilmente la migliore partita del campionato, avvantaggiata dal gol che ha sbloccato il match e stravolto completamente il piano gara degli azzurri.

Errata, col senno di poi, la scelta di giocare solo in verticale su Osimhen (stretto tra i due centrali avversari) con Zielinski e Fabian Ruiz ai lati di Lobotka costantemente saltati ed incapaci di fronteggiare il fisico centrocampo di Italiano.

Napoli – Fiorentina di campionato diventa così assai simile al match di coppa Italia di metà gennaio scorso, con gli azzurri costretti sempre ad inseguire e giocare sotto ritmo.

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E’ una sconfitta che fa male e provoca dispiacere e sconforto.
Si sa che il primo, insieme alla gioia, dipende più da ciò che noi siamo che da ciò che ci capita.
Ed al Napoli quest’anno non di rado è mancato proprio il colpo vincente, la prestazione capace di realizzare un gol più degli altri in partite assai complicate, mutevoli nei novanta minuti ed utili ad accumulare quei punti in classifica che alla fine fanno inevitabilmente la differenza.

Si potrebbero scrivere enciclopedie su confronti come quello giocato di pomeriggio al Maradona, bello da vedere solo per chi non ha la ventura d’esser nato tifoso partenopeo.

C’è ancora una volta la Fiorentina ad interrompere bruscamente il sogno e l’entusiasmo di una squadra che ha la capacità di illuminarsi con la stessa facilità con la quale riesce poi a spegnersi dinanzi alle difficoltà.
Viola, come la maglia dei bravi avversari, sono i dispiaceri che accompagnano un pomeriggio amaro.

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In un noto brocardo attribuito a William Butler Yeats, “la vita è una lunga preparazione per qualcosa che non succede mai”.

Sembrava – dopo il pareggio di Mertens – e poi la zampata d’autore di Osimhen di poter recuperare almeno un punto, ma due errori difensivi gravi hanno consentito ai vivaci avversari di avere la meglio.

Nessuno può prevedere cosa accadrà da qui alla fine, certo è che nella sesta sconfitta dell’anno c’è l’insegnamento maggiore che la vita sa dare con durezza: la delusione, proprio nel momento in cui ci si illude che ce la si possa fare.
Nulla, sulla carta, è definitivamente compromesso.
Ma un colpo, enorme, arriva a domicilio all’entusiasmo di chi certe emozioni ha quasi paura a provarle.

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In pochi a Napoli credevano e credono ancora alla vittoria finale, consci – probabilmente – che nei momenti decisivi accada come questo pomeriggio al Maradona: episodi chiave contrari, disattenzioni, gol subiti, dispiaceri in sequenza.
E finisce come al solito: con magre illusioni e grassi dispiaceri.

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