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Angolo del tifoso

ANGOLO ROMA – A crederci…

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Partita difficile, prima di due trasferte proibitive per la Roma, partita in ritardo. Non si perde da due mesi, il Napoli già più forte per onor di classifica, un turno di Coppa gioioso ma faticoso (solo grazie alla Pasqua la Roma ha poi l’onore di giocare di lunedì dopo la coppa ma, tranquilli, per compensare con l’Inter si gioca di sabato)etc etc

La statistica è nemica, come la vendetta (Spalletti nello specifico) raramente compiuta a Trigoria.

Infatti si parte subito male. Al bel lancio per Lozano, Ibanez decide subito di regalare un rigore ai padroni di casa, travolgendo il messicano in maniera talmente plateale che ci sono voluti 10 minuti per rivederlo al VAR. Patricio intuisce ma Insigne fa 1 a 0.

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Il primo tempo fa capire subito perchè il Napoli ha (probabilmente) buttato uno scudetto. Il pallino è sempre azzurro, la Roma è evidentemente affaticata e sconnessa tra i reparti. Fisicamente i partenopei giocano a tutto campo, difendendo in 10 e accompagnando le avanzate in 7. Il solo schema è il lancio lungo per Zaniolo che tenta sempre il dribbling ma è solo.

Molti controlli sbagliati dai romanisti e più qualità di palleggio eppure…la prima frazione si conclude col minimo vantaggio, tanta pressione verso l’area, ma di fatto zero occasioni (anzi la Roma trova una fortunosa traversa).

Nel secondo tempo Mourinho cambia disco, inserisce Mhkytarian ed è un’altra Roma. Il centrocampo più presente e molti palloni arrivano in area. Il Napoli si affida a un paio di tiri da fuori di Zielisky, ma nonostante la giornata no di Ibanez, non affonda mai.

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I giallorossi si divorano un gol incredibile con Abraham e devono ringraziare Rui su Pellegrini e Meret su Zaniolo. La Roma ha più carattere nella ripresa, seppur la qualità non sempre presente. Se Mou azzecca i cambi, Spalletti li sbaglia tutti e la Roma prende campo.

Per buona pace dei napoletani la grande azione col doppio velo Afena-Abraham per El SHaarawy arriva al primo degli 8 minuti di recupero, 1 a 1.

La Roma ci prova, crea un altro paio di situazioni ma porta a casa un ottimo punto, seppur poco utile.

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Patricio quasi spettatore, drammatico Ibanez, monumentale Smalling, soprattutto nel primo tempo. Malissimo i centrocampisti iniziali CRistante e Oliveria, soprattutto il secondo lento e sempre in ritardo sull’avversario. Miki cambia marcia come si è detto.

Menzione speciale per Zalewski, sempre tra i migliori in campo, butta avanti mille palloni e crea spazi, subendo infiniti falli. Meno bene Karsdorp.

Su ABraham pesa l’incredibile gol mangiato, ma fa assist e si impegna alla grande. Zaniolo le prova tutte, ma troppo solo, troppo solista e, per un ragazzone di 100 kg,  passa troppo tempo a terra a misurare l’erba (non come Osimeh, ma siamo là).

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In fondo quello che penso sempre è che romanisti e napoletani sono più simili di quello che vogliono pensare. A crederci un pò di più, in sè stessi e nei propri mezzi, il Napoli questo campionato lo vinceva sul velluto. A crederci, la Roma avrebbe lottato più concretamente per la Champions.

Se leggi i tweet dei napoletani e dei romanisti, potresti invertirli perchè dicono le stesse cose sull’arbitraggio e la telecronaca (ovviamente ognuno per la sua parte) e fa un pò ridere.

A crederci il Napoli avrebbe ucciso la Roma nel primo tempo. A crederci la Roma avrebbe ribaltato il risultato.

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Il Napoli è specchio del suo allenatore (lo conosciamo bene), bello come il sole, ma gli manca sempre una lira per il milione. Fa tenerezza però il tenero di Certaldo quando commenta le lacrime di Insigne “sono sensazioni particolari, il fatto di avvicinarsi a quando sarà costretto a lasciare questa squadra”… è Pasqua non mi fate essere blasfemo.

La Roma prova a specchiarsi nel suo, magari il gioco viene a sprazzi, ma non molla mai e l’ultimo trimestre ne è prova.

Vediamo cosa viene, giochiamoci sta coppa e puntiamo il mercato. In questa mediocrissima serie A, dove anche lo scudetto si fa a gara a chi lo perde, basta poco per essere lassù… già crederci aiuterebbe.

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