Angolo del tifoso
ANGOLO INTER- Supponenza, male dell’uomo
La supponenza non se la può permettere nessuno.
Dal modesto club che gioca in Eccellenza, fino al grande club europeo, se c’è una cosa che non puoi minimamente permetterti è la supponenza.
Perché in questo magnifico sport l’inconveniente è dietro l’angolo, soprattutto se approcci le partite in questo modo.
L’Inter stasera, fin dal fischio d’inizio, gioca come se questa partita fosse stata già messa a referto, con su scritto tre punti.
Ma la realtà dice ben altro.
Sono più di 20 i tiri, ma i 3/4 vengono sparati alle stelle.
E qualcuno poi si diverte a fare i colpi di tacco o i dribbling al 95′ ma serve testa e concentrazione, che l’Inter non ha stasera.
Eppure sono diverse le note positive, ad aumentare il rammarico. Partendo da u ottimo Lukaku, in evidente ripresa fino ad arrivare all’ennesima conferma di Çalhanoğlu.
Ma la realtà rimane nelle statistiche oltre che sul campo.
L’Inter, a differenza del Napoli, queste partite le approccia con superiorità, mentre la squadra di Spalletti ha imparato a non sottovalutare le avversarie a sue spese negli scorsi anni.
E tanto fa, ahimè, anche la panchina.
I sostituti nerazzurri sono inadatti. Brozović è lontano parente del grande centrocampista, suscitando diverse domande su cosa stia succedendo.
Correa non pervenuto, ancora una volta fermo ai box, Dumfries poco e niente, Dimarco per uno che fa, due ne sbaglia e via discorrendo.
Il Napoli toglie Osimhen dopo aver preso gol dalla Roma. E la vince con gol di chi ha sostituito Osimhen.
E il problema non sono i soldi. Perché il Napoli non ha speso tanto per prendere i suoi campioni.
Se però investi nel riscatto di un pessimo Bellanova gli stessi soldi che i Partenopei hanno speso per Kvaratshkelia c’è un problema.
Bisogna poter spendere, è vero, e l’Inter non può, ma bisogna anche saper spendere e, come dimostrato negli ultimi anni, la dirigenza nerazzurra ne è incapace.
Dai tempi in cui si potevano spende 50 milioni a oggi, la solfa è cambiata di poco.
E per ogni acquisto azzeccato ce ne sono otto campati per aria.
La supponenza parte dall’alto.
Partendo da un proprietario che si vede solo per alzare i trofei, passando per un dirigente che, a detta dei giornali, ha scoperto qualunque talento d’Europa, e la lista potrebbe essere ancora più lunga.
Ci vuole umiltà, rendersi conto di tutti i problemi che quest’Inter ha da due anni a questa parte e che non sono mai stati risolti.
Non è bastato uno scudetto perso per farlo, servono anche venti punti (perché se si continua in questo modo, così andrà) di distacco per rendersi conto che un problema?
Supponenza, male dell’uomo (e del calcio).
(Foto: LBDV)
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