Angolo del tifoso
ANGOLO ROMA – Ola all’Olimpico
Fatal Verona la chiamano a Milano, ma oggi i gialloblu si presentano all’Olimpico da terzultimi, pur con una brillante risalita verso le dirette avversarie.
La buona lena degli scaligeri, la coppa giocata (e persa), le assenze… i segnali non sono buoni. Dybala e Pellegrini a riposo, Abraham fuori dopo pochi minuti, Karsdorp e Spinazzola dentro dopo mesi e prima da titolare per il “Sirvano Benedetti” de Norvegia. L’ansia è padrona, visti i precedenti delle cosidette seconde linee.
Prima mezz’ora in effetti difficile, i gialloblu tengono il campo e i giallorossi sembrano non avere una posizione e correre un pò a vuoto.
Quando sale la qualità di El Shaarawy, sale anche il baricentro della Roma. Solbakken è cercatissimo dai compagni e spazia per tutto l’attacco giallorosso, prevalentemente a destra ma va a cercarsi il pallone al centro. Proprio così il norvegese coglie il tacco un indemoniato Spinazzola e infila Montipò con un bel diagonale.
La ripresa è abbastanza in controllo da parte della Roma, anche se il Verona pressa meglio e crea, se non proprio occasioni da gol, almeno momenti di tensione in area. I gialloblu non pungono ma ci credono sempre, in panchina Zaffaroni sembra un vecchietto abbastanza arzillo, poi leggi che ha 54 anni e capisci i danni dei radicali liberi.
Sulla grande parata di Montipò sull’incornata del povero Belotti la partita si chiude.
Roma non brillante, come spesso accade dopo le infrasettimanali, ma compatta e ordinata. Ha giocato di squadra, un volta registrate le novità. La difesa perfetta ha concesso zero. Cristante fa rima con Gigante stasera, ma grandissimo Bove, stanchissimo nella ripresa. Rientra finalmente Wjnaldum, ovazione e poco altro, ma ci sta.
Karsdorp non rischia ma neanche sbaglia, mentre ottimo il reinserimento di Spinazzola, finalmente vivace in attacco.
Belotti ce la mette tutta e merita un plauso, ma onestamente è pesante e macchinoso, più che un gallo sembra un bisonte… nessuno pensava a Van Nistelrooy ma credo ci possano essere gradi di giocatore più accettabili.
Evviva la grinta e la voglia di emergere di Ola Solbakken che ha corso, ha lottato, ha fatto salire la squadra ed è sembrato ben integrato.
Bella scena finale quando Mou chiama a sè tutto il gruppo in cerchio e fa un lungo discorso protetto dai suoi ragazzi, tutto a favor di telecamere. Se conosco Mou, non ha detto nulla, ma anche questo serve.
Roma bollita, non gioca a calcio, giocatori sopravvalutati… e intanto terzi.
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