Angolo del tifoso
ANGOLO JUVENTUS – Pesante da digerire
Gli inglesi, notoriamente gente dallo stomaco di ferro, ci sono abituati. Per loro l’incontro di mezzogiorno (“lunch match” in lingua albionica) è una sana quanto consolidata abitudine.
Nulla di strano né di insolito. Chi non si è mai davvero abituato alla novità, imposta da esigenze di mercato televisivo, siamo noi latini. La partita in contemporanea con il pasto domenicale è fastidiosa per il pubblico sugli spalti o seduto davanti alla tv.
E difficile da affrontare per chi scende in campo. L’orario scomodo e i conseguenti bioritmi sfasati la rendono un impegno gravoso. Pesante da digerire.
Voglia di punti
Non che alla Juventus di Max Allegri manchi l’appetito. Tutt’altro: dopo l’ultimo periodo, alquanto anemico c’è una gran voglia di riprendere ad abbuffarsi di punti. Ma tra le buone intenzioni e i risultati da conseguire abbiamo sempre in mezzo l’avversario di turno. Che, per la cronaca, stavolta è il pimpante Frosinone di Eusebio Di Francesco, una formazione abituata a giocarsela sempre, contro chiunque. Non esattamente un team di facile assimilazione, quindi. Anzi piuttosto pesante da digerire.
Un lampo in avvio
Per buona sorte del tecnico livornese ci pensa Dusan Vlahovic a caricarsi sulle spalle la squadra. Il centravanti serbo sfrutta un buon assist di McKennie e regala il vantaggio ai suoi. Tutto sembrerebbe andare per il meglio se non fosse che l’atteggiamento dei compagni è antitetico al suo. Tanto il ragazzo di Belgrado è grintoso e volitivo quanto gli altri sono abulici ed imprecisi. Al suo lampo in avvio non fa riscontro una presa di possesso di spazio ed iniziativa da parte della Juventus.
Anzi, convinti di poter speculare sulla rete di vantaggio, i bianconeri cominciano a lasciare sempre più terreno ai laziali. Quest’ultimi, preso coraggio, aumentano progressivamente la loro audacia. Non ci stanno a fare la parte dell’agnello sacrificale, molto meglio partecipare al banchetto a pieno titolo. E, magari, provare a tirare uno scherzetto ai padroni di casa. Un tiro pesante da digerire.
Pareggio e sorpasso
Detto fatto. I ragazzi in gialloblu, superato lo shock dell’avvio, prendono coraggio e non ci mettono molto a ribaltare la situazione. Nel giro di un quarto d’ora prima arrivano al pareggio, poi mettono la firma ed effettuano il sorpasso. Il tecnico bianconero si sbraccia inutilmente: i suoi non hanno la forza di imporsi.
E, in aggiunta alla confusione tattica, c’è anche l’infortunio di Rabiot a complicare la situazione. Il suo sostituto, l’argentino Alcaraz, non sembra avere abbastanza carisma da riempire il vuoto di idee della mediana. Si profila l’ennesima giornata da incubo, con il contorno della beffa. Pesante da digerire.
Riscossa serba
Ad evitare il tracollo è ancora una iniziativa della prima punta juventina. Ancora con l’ausilio dell’inesauribile McKennie. Ma è solo un episodio, Il Frosinone continua a fare la partita e a costringere gli uomini di Allegri sulla difensiva. La rete del serbo, ben lungi dall’essere il segnale della riscossa dei suoi, è stato solo un fuoco di paglia. I bianconeri hanno offerto una prestazione in linea con le precedenti: lenti, confusi, sempre in balia dell’avversario. Il mister toscano, all’intervallo, esaurita la scorta di urla, dovrà trovare urgentemente un rimedio per la generale apatia dei suoi. E fare in modo che la giornata odierna non si tramuti nell’ennesima battuta d’arresto. Pesante da digerire.
All’ultimo minuto
Tradito ancora una volta da uno dei suoi uomini migliori (l’evanescente Chiesa), il Conte Max non ha alternative: dentro Yildiz. Può sembrare la mossa della disperazione ma, allo stato attuale, l’allenatore bianconero non può fare altro che affidarsi alla vena da fantasista del giovane turco. Che, dal canto suo, ci prova anche a prendere l’iniziativa e a scompaginare le carte. Ma si scontra con una ferrea organizzazione di gioco orchestrata ad arte da un Di Francesco voglioso di fare risultato a Torino. Aspirazione legittima quella del mister del Frosinone, suffragata anche da una eccellente disposizione del campo dei suoi. Tanto più che gli avversari, schiantati dal peso delle responsabilità, sembrano non avere più birra in corpo. Le lancette dell’orologio girano e gli assalti juventini si fanno sempre più disordinati e frenetici. Finché, sull’ennesimo pallone gettato alla disperata in mezzo, Vlahovic azzecca l’assist per Rugani che riscatta la sua pessima prestazione con una rete da tre punti. Salvifica per i padroni di casa, estremamente ingenerosa per i laziali. Pesante da digerire.