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Come giocherà la Lazio di Baroni: L’analisi
Marco Baroni è ufficialmente il nuovo allenatore della Lazio: il tecnico ex Verona si è legato ai biancocelesti fino al 2026. Ma come giocherà la squadra di Lotito sotto la guida del mister classe ’63: dal modulo allo stile di gioco, esaminiamo come potrebbero schierarsi i biancocelesti.
Come giocherà la Lazio di Baroni: il possibile modulo
Nel corso della sua carriera Marco Baroni ha alternato vari moduli, facendo sempre di necessità virtù in base all’organico che aveva a disposizione. In attesa dei rinforzi che Lotito e il ds Fabiani sapranno portargli, il modulo prediletto dal tecnico potrebbe essere il 4-2-3-1, con il quale ha portato il Verona a una miracolosa salvezza. Non è da escludere anche un passaggio al 4-3-3, schieramento preferito del mister biancoceleste, il quale comunque in passato ha giocato anche con la difesa a tre. Aspettando di scoprire come la Lazio cambierà sul mercato, ecco una prima ipotesi di formazione con i giocatori attualmente in rosa:
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Romagnoli, Casale, Marusic; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Vecino; Immobile, Zaccagni.
Il gioco di Baroni
Fase di possesso
In fase di possesso, se pressati, i difensori puntano sui lanci lunghi e sulla fisicità della punta per superare la prima linea di pressione avversaria. Se la squadra avversaria non pressa invece, la costruzione passa dal basso cercando di uscire palla al piede, intessendo passaggi tra difensori e portiere, con gli esterni che si allargano sulle fasce. Due centrocampisti arretrano poi per offrire opzioni di passaggio ai difensori, mentre uno punta la profondità.
Fase di non possesso
Baroni non porta una prima pressione sulla costruzione degli avversari. La prima linea difensiva è l’attacco che attende a centrocampo gli avversari per non creare troppo spazio tra la propria linea difensiva e quella dei centrocampisti. Con il possesso palla a centrocampo gli attaccanti vanno a coprire le linee di passaggio tra i difensori avversari ed il regista.
A centrocampo uno copre la linea di passaggio tra il pallone e il giocatore avversario, allo scopo di complicare la verticalizzazione avversaria. Inoltre se il difensore avversario riceve palla lui lo va a pressare. Il centrocampista più offensivo invece va in marcatura sull’avversario, seguendolo per tutto il campo e restandogli molto attaccato anche a palla lontana. Il terzo ha invece il compito di coprire gli spazi lasciati dai compagni, creare densità nella zona della palla e aggredire il regista avversario se riceve palla.
Sulle fasce Baroni accetta l’uno contro uno, con gli esterni avversari che infatti non vengono raddoppiati. Se le mezzali o gli attaccanti avversari però si spostano a giocare in questa zona del campo, le mezzali di Baroni e i difensori vanno a pressare. La linea difensiva invece punta sulla marcatura a zona, con i centrali che aggrediscono gli attaccanti avversari.
Transizione
Nella transizione offensiva, una volta recuperato il pallone, parte la verticalizzazione ed il contropiede, con un lancio immediato sulla punta che cerca di appoggiarla ad un compagno. Gli esterni invece recuperata palla attaccano la profondità e possono essere una opzione per il lancio diretto.
Nella transizione difensiva i difensori vanno in copertura preventiva. Quando la squadra perde palla non vanno in riaggressione immediata del pallone, piuttosto i giocatori scappano all’indietro per coprire gli spazi ed evitare il contropiede.
(fonte: assoanalisti.it)
(Foto: Depositphotos)