I nostri Social

Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Allenare le teste

Pubblicato

il

Yildiz Juventus
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus bagna l’esordio in Champions’ League battendo il PSV Eindhoven con un secco 3 a 1.
Non era facile per i ragazzi di Thiago Motta approcciarsi alla massima competizione europea in questo momento.
Qualche passaggio a vuoto, alcuni punti persi, qualcuno dei nuovi acquisti non molto incisivo e un gioco non ancora scintillante come si vorrebbe.

Tanto era bastato alla critica per sollevare dubbi sull’effettiva consistenza del team bianconero e se fosse legittimo coltivare, quindi, aspirazioni di vittoria. Le perplessità erano state incentrate soprattutto sul nuovo timoniere della squadra, sulla sua reale capacità di far svoltare il gruppo. Il tecnico ha risposto con una affermazione che dimostra quanto il suo metodo si basi sul lavoro psicologico con i suoi uomini.
Prima che le gambe si tratta di allenare le teste.

Marchio di fabbrica

L’ansia da prestazione che attanagliava i suoi andava fatta sciogliere a poco a poco, muovendosi con cautela. Soprattutto nel caso dei più talentuosi. Basta dare un’occhiata ad uno come Kenan Yildiz, trequartista ottomano baciato dalla grazia degli Dei del pallone.
Anche il più distratto degli osservatori capirebbe che alcune sue performance poco ispirate non sono certo dovute a carenze tecniche. E che il suo talento ha soltanto bisogno di non essere imbrigliato da riserve mentali per esprimersi al massimo. E’ chiaro a tutti che la società non avrebbe mai dato la responsabilità della maglia numero 10 ad uno qualsiasi.
Tantopiù se il soggetto interessato non ha neanche vent’anni. Al giovanotto turco è bastato ricevere l’attestato di stima del suo mister per riprendere a far cantare il suo sinistro e dare nuova linfa ad illustri paragoni con grandi del passato.
Il suo marchio di fabbrica è questo: un controllo al velluto, un rientro al fulmicotone sul piede opposto e una sventola che si infila all’incrocio dei pali. Il gol del vantaggio vi ricorda qualcosa, per caso? L’allenatore italo-brasiliano può sorridere, la strada è quella giusta.
Allenare le teste.

Pubblicità

Dall’America con furore

Naturalmente, il compito di Thiago Motta non è solo quello di far rendere al massimo le stelle della squadra. Con i ritmi infernali dei calendari odierni, è fondamentale che tutti gli elementi dell’organico siano a pieno regime, in qualsiasi momento.
L’obbligo del turn over impone di recuperare alla causa anche chi sembrava avere già la valigia pronta. Come Weston McKennie, instancabile motorino di centrocampo andato troppe volte fuori giri nel campionato scorso.
Sembrava destinato ad altri lidi, ha rifiutato vari trasferimenti, si è guadagnato il reintegro in rosa a furia di record sui test atletici in allenamento. E, una volta rimesso piede in campo, aveva una voglia matta di fare quello che gli riesce meglio: travolgere gli avversari con la sua fisicità debordante. La firma sulla rete del raddoppio premia il suo furore agonistico.
Il Texas boy è tornato: merito della sua inesauribile grinta e di chi ha saputo farla venire nuovamente fuori. Allenare le teste.

Adelante, companero

Il terzo gol, quello della tranquillità, è opera di Nico Gonzalez. E’ uno degli ultimi arrivati, è uno da cui ci si aspetta molto, è uno che ha già ricevuto la sua brava dose di biasimo. Si mormorava già che fosse più fumo che arrosto, che era facile fare il fenomeno alla Fiorentina ma giocare con la Juventus è un’altra cosa, che i soldi per lui non fossero stati ben spesi.
Il tecnico ha fatto spallucce: ha avallato lui l’acquisto del puntero argentino, sa bene cosa può dargli. Basta metterlo nelle condizioni ideali per rendere al meglio e stimolare a dovere il suo orgoglio da gaucho.
Una pacca sulle spalle, un “Adelante, companero. Ora fammi vedere cosa sai fare” e il gioco è fatto. Il suo esterno non aspetta altro per scatenare il suo estro sulla fascia, involarsi e mettere a fuoco il bersaglio. Il fruscio della rete che si gonfia appaga entrambi, chi ha dato fiducia e chi l’ha ripagata al meglio.
Allenare le teste.

Centravanti di rifinitura

E, nell’azione dell’ultima marcatura c’è gloria anche per Dusan Vlahovic. Proprio lui, l’uomo che vive per segnare, stavolta indossa i panni dell’uomo assist e offre al compagno un irresistibile cadeau.

Pubblicità

Ad ogni incontro senza il suo nome sul tabellino dei marcatori si alza di brutto il coro dei mugugni. C’è chi lo vorrebbe meno nervoso, chi più concreto, chi dice che sta diventando un problema. E’ inevitabile che, a questo punto, tutelarne soprattutto l’equilibrio psicologico diventi un dovere preciso del suo mister.

Che sa bene come procedere con il suo purosangue: il mantra che gli ripete è sempre lo stesso, gioca tranquillo e senza assilli. Il gol arriverà, a stretto giro. Nel frattempo puoi reinventarti centravanti di rifinitura e divertirti a mandare a rete i tuoi compagni. Alla faccia di chi sostiene che la tua tecnica di base sia carente.
La chiave di tutto è sempre nel saper toccare le corde giuste. Allenare le teste.

(Foto: Depositphotos)

Pubblicità

in evidenza