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Angolo del tifoso

ANGOLO JUVENTUS – Prima o poi

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Juventus Thiago Motta
Tempo di lettura: 3 minuti

La Juventus subisce la prima sconfitta in questa edizione della Champions’ League perdendo 1 a 0 il confronto casalingo con lo Stoccarda.

Non è tanto il risultato negativo quanto la prestazione globale dei ragazzi di Thiago Motta ad essere deludente. Sin dalle prime battute il pallino del gioco è sempre stato in mano agli avversari, al punto che sembravano loro quelli che giocavano all’interno delle mura amiche.

Con un atteggiamento del genere è chiaro che, per portare a casa un risultato positivo, bisogna soltanto affidarsi alla fortuna. E sperare che, al fischio finale, i tuoi sforzi difensivi abbiano mantenuto la porta inviolata.

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Perché, se lasci che gli altri ti chiudano nella tua metà campo per novanta minuti e passa, alla fine il gol lo prendi. Prima o poi.

Primo tempo da incubo

Si è capito immediatamente il tono della partita: tedeschi subito all’arrembaggio e i bianconeri asserragliati a difesa. La retroguardia juventina, pilotata da un eccellente Kalulu (ormai leader indiscusso del reparto), riusciva a fare efficacemente da frangiflutti di fronte alle ondate offensive degli indiavolati teutonici.

E, quando c’era da chiudere lo specchio della porta, un solidissimo Perin dimostrava con i fatti di meritare i galloni da titolare. L’estremo difensore dei torinesi si superava in almeno due occasioni, strozzando l’esultanza da gol in bocca ai tifosi germanici. Il resto della squadra, dal canto suo, non poteva fare altro che dare una mano in copertura, centrocampisti ed attaccanti compresi.

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Troppo alto il ritmo imposto dagli avversari, troppo insistenti le loro folate per non attestarsi prudentemente sulle proprie posizioni e attendere che arrivasse il fischio finale di un primo tempo da incubo. C’è sicuramente qualcosa da cambiare nella formazione per non continuare a subire. Andando avanti cosi si va sotto.  Prima o poi.

Salvati dal VAR

Al ritorno in campo, neanche il tempo per il Mister italo brasiliano di effettuare le dovute correzioni e lo Stoccarda passa in vantaggio. Non è una doccia fredda, considerato il copione della gara c’era da aspettarselo. Ma quello che potrebbe essere il preludio a una serata da tregenda è cancellato dalla decisione del VAR.

Fallo in attacco dei tedeschi e tutto da annullare. I programmati cambi sembrano dare un po’ di linfa vitale alla Juventus  che, piano piano, avanza il baricentro delle operazioni a centrocampo e prova ad infastidire gli avversari. La giocata decisiva la aspettano tutti, come sempre, dal giovane trequartista Yildiz e, ad onor del vero, il ragazzo turco ci prova ad estrarre il coniglio dal cilindro.

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Tentativi non andati a buon fine ma almeno tiene a galla i suoi in attesa di piazzare il colpaccio. Prima o poi.

Compito ingrato

E, in tutto questo, Dusan Vlahovic, l’uomo della provvidenza, che fine ha fatto? Era in campo, certo, e ha fatto anche la sua parte. Ma in gare come questa, dove la sua squadra si fa sovrastare in ritmo ed intensità dagli avversari per tutto il corso del match, il suo è un compito tanto ingrato quanto oscuro.

E’ isolato in avanti, costretto a ricevere sempre dei palloni sporchi da addomesticare con fatica e perennemente spalle alla porta. Una volta che è riuscito, faticosamente, a girarsi i rivali hanno già provveduto a raddoppiare la marcatura. Cosa può fare se non metterla sul fisico e provare a farsi spazio a furia di sportellate? Su dieci tentativi, però, nove vanno male e, alla fine, deve anche subire l’umiliazione di essere sostituito, per palese inefficacia, dal ragazzino Adzic.

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Più che una scelta tecnica sembra una dettata dalla disperazione. Tutto va bene pur di provare a sbloccare il risultato. Prima o poi.

Ultimo assalto

Nel frattempo i tedeschi non hanno allentato la pressione offensiva, anche se il match sembra destinato a concludersi in pareggio. Tuttavia, una leggerezza di Danilo regala un penalty allo Stoccarda.

Un monumentale Perin blocca la sfera e mette l’ennesima pezza agli errori dei compagni, Sarebbe di sicuro l’eroe della serata se non fosse costretto ad arrendersi, in pieno recupero, di fronte all’ultimo assalto degli avversari che, in extremis, raggiungono il loro obiettivo. Una sconfitta che fa male più per il modo in cui è arrivata che non per il verdetto sul tabellino.

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Una condotta simile non poteva avere esito diverso. Se ti chiudi a riccio e rinunci a giocare verrai punito. Prima o poi.

(Foto: DepositPhotos)

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