Milan
TARGET – Milan, grande con le grandi e piccolo con le piccole
Eppure Fonseca lo aveva detto che per il suo Milan sarebbe stato pù facile giocare contro il Real Madrid che contro il Cagliari.
Il diavolo rossonero è salito in paradiso dopo la notte magica al Bernabeu per poi essere catapultato all’inferno dopo soli tre giorni con il pareggio in terra sarda. Allora viene da chiedersi: quale è il vero Milan, quello che ha domato gli spagnoli o quello che si è sciolto come neve al sole a Cagliari ?
Alti e bassi
La vittoria a Madrid sembrava aver portato il sereno nell’ambiente rossonero. Il 3-1 rifilato ai campioni d’Europa è stato il capolavoro di Fonseca che porta il Milan in zona playoff con la possibilità di lottare seriamente anche per la qualificazione diretta agli ottavi. Il 3-3 a Cagliari, però, ha acceso un ulteriore campanello d’allarme in casa Milan che adesso si ritrova al settimo posto con 18 punti e un considerevole distacco (nonostante il match da recuperare contro il Bologna) dalle squadre in vetta alla classifica. Inoltre i rossoneri da inizio stagione non sono mai stati capaci di trovare una striscia di tre vittorie consecutive.
Il Milan è una squadra capace di alternare grandi prestazioni e disastri dovuti alla poca attenzione tattica. Sul banco degli imputati, oltre che i giocatori ci finiscono le scelte di Fonseca e la sua fase difensiva. Il Milan risulta tra le squadre che hanno subito più gol, specialmente in partite sulla carta semplici. Le ultime due reti subite contro il Cagliari sono dei veri pasticci della difesa rossonera. La coppia centrale Pavlovic-Thiaw, che non eccelle per la rapidità, è stata condannata a subire mismatch palla a terra e gli inserimenti dei centrocampisti offensivi.
La situazione attuale richiede una profonda riflessione: Fonseca è chiamato ad effettuare miglioramenti tattici, gestire meglio il gioco, tenere il possesso palla ed evitare errori in fase difensiva. Per l’ennesima volta in questa stagione il tecnico portoghese si trova di fronte la sfida di dover riguadagnare la fiducia. Quella fiducia conquistata a Madrid e persa poco dopo in Sardegna.
Cercasi Theo disperatamente
Da quando è iniziata la stagione Theo Hernandez è irriconoscibile. La serataccia di Cagliari, in cui si evidenziano le sue amnesie difensive su tutti e tre i gol, è solo una delle tante di questo campionato. I rapporti con Fonseca non sono di certo idilliaci: già alla prima con il Torino l’esterno francese finì in panchina per poi rientrare a Parma, gara in cui arrivò la prima sconfitta per il Milan. A fare rumore fu la trasferta a Roma con la Lazio. Theo partì dalla panchina per poi far nascere il noto caso del cooling break. A Firenze non è andata di certo meglio. Dopo aver tolto il pallone dalle mani di Pulisic, il francese sbaglia il rigore e viene espulso nel finale per frasi offensive nei confronti dell’arbitro.
La questione rinnovo non aiuta di certo a portare serenità al giocatore. D’altronde, viste le attuali prestazioni, la società rossonera non sembra andare incontro alle richieste del giocatore (7 mln).
Bentornato Leao
Se Theo Hernandez continua a fare il brutto tempo, a portare il sole sulla fascia sinistra ci pensa Rafael Leao. Il portoghese è tornato a splendere dopo la complicata gestione che Fonseca gli ha riservato ma che alla fine ha portato i suoi frutti. A Madrid l’esterno rossonero è rinato. Dopo diverse esclusioni consecutive che hanno portato Fonseca a preferirgli Okafor, a Madrid Leao si è ripreso il Milan e a Cagliari, ha sfornato addirittura una doppietta. La speranza della piazza rossonera è che il portoghese possa trovare finalmente la continuità, che non è mai stata il suo punto forte, anche alla ripresa del campionato.
(Foto: DepositPhotos)