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Sassuolo, De Zerbi: “Futuro? A me del contratto è sempre interessato poco”
Il tecnico del Sassuolo Roberto De Zerbi ha rilasciato un’intervista all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue dichiarazioni:
“Cosa mi manca? Lo stress della partita, la tensione il mal di pancia. Mi fa stare alla grande. Mi stresso quando non ce l’ho“.
Sulle sorti del campionato
“L’importante che si prendano decisioni senza che ognuno pensi al proprio orticello”
Come nasce questo Sassuolo?
“L’idea guida era: i giocatori al posto giusto. Caputo ha sempre avuto un attaccante vicino, non è una boa. Berardi e Boga si esprimono bene in ampiezza. Non era fantascienza immaginare insieme Berardi, Defrel, Boga e Caputo. Qualche giocatore è cresciuto mentalmente. Locatelli, Berardi e Romagna ad esempio. E la continuità ha portato a certezze tattiche. Locatelli ha deciso lui di diventare grande, noi lo abbiamo solo accompagnato. Ore è completo, guida la squadra con la parola e con l’esempio“.
Su Boga
“Nell’uno contro uno ha pochi rivali al mondo. Anzi, nell’uno contro tre. Non conosceva l’esistenza della porta, faceva fatica a connettersi con i compagni a farsi servire sulla corsa e a giocare senza palla. È gratificante vedere come è migliorato. Ha già segnato 8 gol arriverà a farne stabilmente 15 a campionato”
Su Berardi
“Quando c’era, ha sempre fatto benissimo. Ne vorrei tanti di Berardi. In allenamento è un esempio. Solo Timo Werner, alla sua età, ha segnato di più. È sottovalutato come tante cose del Sassuolo”
Sul suo futuro
“A me del contratto è sempre interessato poco. Però se non hai un contratto quando si devono fare programmi, è chiaro che possono aprirsi altri scenari. Ma io lavoro come se avessi 10 anni di contratto”
Sulle filosofie di gioco
“Balzano all’occhio tre cose: la cilindrata dei giocatori, la tecnica in velocità e il coraggio. In questo senso l’Atalanta è la squadra più europea. Nessuna esprime meglio i tre parametri. Ha un suo stile. Io batto molto sullo stile. Lo devi mostrare soprattutto contro le grandi. Noi l’abbiamo fatto a Torino con la Juve e a Milano con l’Inter”