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CORNER CAFE’ – Calciatori di virologia

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Ormai si è davvero tutti scienziati. Esperti di ogni cosa e in fondo mai di niente, ci si affanna alla continua ricerca della ragione, argomentando allusioni basate su supposizioni. Che ce ne si fa delle basi numeriche, dei dati, degli anni spesi sui libri, se mi basta una home di Facebook ed un tono da sovversivo per avvalorare il mio pensiero?

C’è cascato anche Romelu Lukaku. Che, di fatto, paga un unico scotto: l’ingenuità. Perché rilasciare dichiarazioni di quella portata è assolutamente ingenuo. In primo luogo, Romelu ha parlato per assoluti senza averne la certezza, a meno che il belga non sia andato da compagno a compagno a misurare febbre, pressione e battito cardiaco. Ha poi generalizzato un caso singolo: l’episodio che ha caratterizzato Skriniar è un episodio isolato al quale non possono essere affibbiate cause determinanti.

Logicamente, Lukaku ha avuto paura. E, mosso da quella paura, ha agito come tanti altri: proponendo una propria versione dei fatti senza averne alcuna certezza. Qui, però, sorge un problema: ché le parole di Lukaku arrivano a molte più persone di quanto non farebbero quelle di un qualunque utente Facebook. La diffidenza è molto più semplice della ragione, sarà il carattere sovversivo che tanto piace a noi italiani; e l’ipotesi – che altro non è – del belga è arrivata come un’enorme onda nelle case degli italiani.

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Qualche lettore disattento penserà che si voglia mettere in cattiva luce l’attaccante. Il concetto è invece molto più ampio: ciò che è pericoloso, davvero, è l’ignoranza; l’ignoranza assuefà: rende tutti esperti di tutto, che di fatto poi non è niente. Così nascono fior fior di virologi, infettivologi, psicologi, architetti, economisti e giuristi, accomunati dall’assurdo preconcetto del “ho sentito dire”. Il consiglio, spassionato e non richiesto, è uno solo: si pensi a fare il proprio mestiere, ché fare il virologo è tutt’altra cosa.

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