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Roma, Giannini: “Zaniolo e Pellegrini devono restare”

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L’ex capitano della Roma, Giuseppe Giannini è stato rintracciato in esclusiva da CalcioStyle.it“Il Principe” ha parlato della situazione in casa giallorossa, dal calciomercato alle ingarbugliate questioni dirigenziali. Di seguito le sue parole:

Soddisfatto della ripresa della Serie A?

“Erano in tanti a volere che la Serie A ripartisse ed io non posso che essere felice per questo ma, mi auguro che si possa portare a termine il campionato senza intoppi. Dopo quasi tre mesi di stop, oltre al possibile contagio da covid-19, i giocatori verranno chiamati a fare degli straordinari a livello fisico e mi auguro che tutto vada per il meglio”.

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Come valuta l’impatto di Fonseca sul calcio italiano?

“Il mio giudizio su Fonseca non è ne positivo ne negativo. La Roma quest’anno ha dovuto far fronte a diversi infortuni e quindi il tecnico portoghese non ha avuto a disposizione l’intera squadra. Detto ciò, è difficile poter dare un giudizio completo sul suo operato e aspetterei il prossimo anno per poter trarre conclusioni sul suo modo di lavorare”.

Crede che la Roma meriti questa posizione in classifica?

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“La Roma merita questa posizione in classifica ma, se avesse avuto a disposizione tutti i giocatori fuori per infortunio, come Zaniolo, poteva ambire a qualcosa di più. Gli infortuni hanno condizionato il cammino dei giallorossi ma, tutto sommato, il campionato che ci si aspettava era questo”.

Giusto privarsi di due giocatori come Zaniolo e Pellegrini?

“Sono due giocatori importanti e non è giusto cederli. Una grande squadra non deve cedere i suoi pezzi pregiati ma deve acquistare giocatori importanti e nel momento in cui metti sul mercato il futuro della Roma non trasmetti ai tuoi tifosi la volontà di migliorare. I tifosi hanno paura che ciò possa accadere perché, date le condizioni finanziarie del club, la possibilità che ciò avvenga è abbastanza concreta”.

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Cosa serve alla Roma per tornare ai vertici?

“Serve una mentalità vincente. La società deve acquistare giocatori importanti invece di perderli come fatto con Alisson, Salah ecc… . Tenere in squadra i pezzi essenziali significava crescere e migliorarsi puntando alla vetta. Mi auguro che in futuro questa società abbia la fortuna di essere gestita da un grande imprenditore”.

Un Principe tra due re. Cos’ha appreso da Falcao e cos’ha trasmesso a Totti?

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“Falcao mi ha trasmesso umiltà, dedizione e sacrificio per il gruppo. Questo ciò che ho ereditato e che ho trasmesso a Francesco, il quale lo ha saputo impiegare al meglio sin dal suo esordio con la maglia della Roma”.

C’è un motivo per cui i capitani giallorossi vengono scaricati senza troppi complimenti dalla società?

“Premetto col dire che essere capitano di un club prestigioso come la Roma non è semplice. Bisogna attenersi a delle regole e far sì che queste vengano rispettate anche dagli altri: essere capitano comporta prendere posizioni e decisioni importanti. Detto ciò, capitani come Di Bartolomei, Totti, De Rossi e lo stesso Giannini, vengono apprezzati tutt’oggi dai tifosi per quello che ho detto e, entrare nei loro cuori infastidisce la società che vorrebbe essere sempre al centro dell’attenzione: questa competizione alla fine porta a una triste separazione”.

Anche lei crede che Pallotta stia effettuando una deromanizzazione del club?

“Non è che questo sia un pensiero mio o dei tifosi, è realtà. Mandando via senza troppi complimenti due capitani importanti come Totti e De Rossi e pensando di cedere Pellegrini (futuro capitano giallorosso) e Zaniolo è normale che il tifoso parli di deromanizzazione da parte della dirigenza. Questa comunque non è una colpa da attribuire a Pallotta bensì ai dirigenti. Il presidente è poco presente e non conosce bene l’ambiente giallorosso mentre la dirigenza trascorre il suo tempo a Trigoria e non dovrebbe commettere simili errori”.

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Ha mai pensato di tornare a Roma come allenatore o dirigente?

“Credo che tornare a Roma sia un po’ il sogno di tutti coloro che come me, romani romanisti, hanno dato tutto per questa la maglia. Detto ciò, ammetto di sentire la mancanza dei colori giallorossi che in fondo sono la mia seconda pelle”.

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