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ANGOLO DEL TIFOSO NAPOLI – Napule è… bentornata serie A
Vincere a Verona, anche ai tempi del Covid-19 (e dunque con gli spalti desolatamente vuoti), non è affatto banale, né scontato.
Il Napoli è sereno, ha le idee chiare e si applica sia tecnicamente che tatticamente, diventando – nel tempo – sempre più simile all’idea di calcio che disegna, nell’area a ciò dedicata, il suo allenatore.
Al Bentegodi il momento clou arriva al 37° minuto del primo tempo, quando Arek Milik indovina la giocata giusta per indirizzare il match rompendo l’equilibrio.
E’ un Napoli, in ogni caso, concentrato, attento, che reagisce bene, contiene meglio e punge quando serve.
Molto bene Koulibaly e Maksimovic, che paiono aver trovato la combinazione giusta ed aver chiuso a chiave la porta sempre ben difesa, a prescindere da chi giochi.
Buon ingresso di Ghoulam, puntuale in chiusura, abile in palleggio e finalmente di nuovo presente a se stesso sulla fascia, col merito (non da poco) d’aver messo il calcio d’angolo in porta sul secondo gol di un messicano che inevitabilmente (e speriamo con merito) avrà più spazio da qui alla fine.
Il momento attuale della squadra è sintetizzato dalla giocata del minuto 91’54’’, quando Insigne ha scelto il da farsi ancor prima che il pallone gli arrivasse tra i piedi: idee chiare, forza di volontà, saggezza tattica.
E’ il numero 24 azzurro il migliore in campo a Verona, prezioso in tutte le fasi di gioco e capace di rendersi utile senza risparmio.
Nelle rotazioni entrerà più spesso anche Stanislav Lobotka, che se recupera condizione e fiato può certamente essere più di un’alternativa ai due centrali di centrocampo.
Male Allan, lontano parente del fenomeno recente che s’era conosciuto in maglia azzurra, e troppo impreciso il pur volenteroso Hisaj.
In un periodo in cui il Ministero della Salute consiglia (ancora) il distanziamento sociale, il Napoli segue alla lettera il diktat del suo allenatore: gioca in quaranta metri, riparte dal portiere e dall’area piccola addirittura troppo spesso, raddoppia sugli avanti gialloblù fin quasi ad annullarli e controlla abbastanza agevolmente le giocate avversarie, derivanti quasi tutte da un talento marocchino cristallino di nome Amrabat.
Nella vita, si sa, c’è chi viaggia per perdersi e chi lo fa, invece, per trovarsi.
Gli azzurri (ormai il dubbio è divenuto certezza) vanno in giro in lungo e in largo per “ri-trovarsi”, mostrando compattezza, sicurezza nei propri mezzi e tantissima determinazione.
E’ un Napoli che ritrova la serie A nello stesso modo in cui l’aveva lasciata, assai distante da come – in un autunno speriamo irripetibile – sembrava averla irrimediabilmente compromessa.