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Nicolò Zaniolo: il peso dell’anima

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Quando nella vita di un uomo finiscono i primi vent’anni, quello – per definizione – non può mai essere un giorno qualunque.

E ciò non solo perché avere 21 anni significava, in Italia, fino al 10 marzo 1975, diventare “maggiorenne”, né perché 21 sono i “grammi dell’anima” in una famosa pellicola chiamata così perché tale sarebbe il peso di ciò che si perde quando si esala l’ultimo respiro.

Il giorno in cui si compiono ventuno anni è, in realtà, un giorno diverso dagli altri perché inizia un nuovo decennio, quello in cui necessariamente bisogna capire se desideri e sogni diventano illusioni o realtà.

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Lo sa bene Nicolò Zaniolo, di professione calciatore, che non essendo nato nel Mississipi, in Costa d’Avorio o a Singapore (dove bisogna attendere ancora tre anni in più), maggiorenne è divenuto già al compimento del diciottesimo, vale a dire il 02 luglio 2017, tre giorni prima del trasferimento – per circa due milioni di euro – all’Inter dalle giovanili dell’Entella.

Roberto Gervaso, morto esattamente un mese fa, ha definito la “predestinazione” il “peggior arbitro divino”.

C’è da credergli, tante e tali sono le storie – nello sport – di giovani speranze che hanno disatteso grandi aspettative rendendo assai meno di quanto parevano poter assicurare.

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Zaniolo diventa ventunenne in un momento non proprio speciale: toscano di nascita, ligure di crescita, Nicolò in poco tempo si è preso la Roma e – con lei – la maglia azzurra.

A gennaio di quest’anno, però, l’infortunio peggiore nella gara più importante. Durante Roma-Juventus, infatti, un’azione solitaria finisce con una rovinosa caduta che non fa presagire nulla di buono: sarà rottura del crociato anteriore destro, con sei mesi forzati di stop.

Il rientro, però, è ormai alle porte, con tante partite ravvicinate da giocare, utili – soprattutto – a preparare al meglio la prossima decisiva stagione.

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Campionato che Zaniolo potrebbe giocare ancora con la Roma, oppure no.

190 cm di altezza, 79 Kg di peso, piede mancino, forza fisica ed esplosività: queste le caratteristiche che in serie A Nicolò ha già fatto apprezzare e che gli hanno consentito, in poco tempo, di scalare tante classifiche di gradimento e diventare, specie nella situazione complessiva in cui pare vivere la Roma, un uomo-mercato.

L’esordio indimenticabile al Santiago Bernabeu, i due gol al Porto in Champions League (nessun altro giocatore italiano c’è riuscito da più giovane) e tante altre buone prestazioni hanno già delineato il profilo di un grande talento, tra i più grandi del panorama calcistico nazionale.

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Più che di “predestinazione”, però, forse è il caso di parlare di “predisposizione”.

Perché Nicolò è un gran bel progetto di calciatore, una bella idea di campione in prospettiva, una stimolante scommessa per chi, appassionato di calcio, ama gioire delle giocate “di testa” fatte da chi il pallone lo controlla prevalentemente coi piedi.

Per un ragazzo per il quale la voglia di andare a scuola è stata, nei primi venti anni di vita, inversamente proporzionale rispetto a quella di giocare a calcio, le occasioni che verranno da adesso in poi saranno irripetibili e tutte da sfruttare.

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Zaniolo ha, però, necessità di giocare con continuità, prendendo per mano la squadra per la quale scende in campo, illuminando il prato verde con qualche giocata da manuale o qualche assist da copertina, mettendo in mostra un’intelligenza tattica che è dote rara, tanto quanto la capacità di tirare con forza e precisione da fuori area o di accarezzare dolcemente l’amata sfera di cuoio.

Chi conosce il calcio sa, in taluni casi, di poter giocare d’azzardo, avanzando previsioni che, lungi dal voler essere sentenze o imperativi, hanno l’unico scopo di stimolare una riflessione.

Sul biondo ragazzo con la maglia numero 22 i paragoni già si sprecano, ma v’è pure chi pensa come sia ancora più Zaniolo ad aver bisogno della Roma che la Roma di Nicolò.  Peseranno tanto, dunque, le scelte che verranno.

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Perché se la fortuna, come è noto, si ha quando il talento incontra l’occasione, perdere una congiuntura propizia e talune condizioni ideali può, in certi casi, determinare conseguenze inimmaginabili.

Come chi dice che nella vita è meglio vivere di rimorsi che di rimpianti solo per avere una scusa utile a giustificare un’azione avventata che aveva già progettato di compiere.

La verità, infatti, non è quasi mai tutta da una sola parte.

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Lo sanno bene i 21 anni di Nicolò Zaniolo, pochi per disegnare il profilo di un sicuro campione, ma già sufficienti per delineare quello d’un bravo e sorridente ragazzo nato per giocare a pallone.

21 grammi è il peso dell’anima, quello che si perde quando da questo mondo, si passa all’Altro.

21 anni è l’età della consapevolezza, dove restare dove già si è (sussistendone le condizioni) può diventare il rimpianto più bello d’una storia tutta da scrivere.

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Auguri Nicolò, buon compleanno!

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