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Roma, Fonseca: “Siviglia avversario duro, ma siamo fiduciosi”
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha rilasciato una lunga intervista ad As. Ecco le parole dell’allenatore giallorosso in vista della gara di Europa League con il Siviglia:
Ha terminato la stagione nel migliore dei modi con sette vittorie e un pareggio…
Abbiamo dovuto adattarci al periodo post-quarantena, una fase senza dubbio difficile. La squadra si è riunita, abbiamo fatto un fantastico finale di campionato e abbiamo pareggiato solo con l’Inter nei minuti finali. Siamo in un buon momento, motivati dai risultati.
Ora c’è la sfida tra Roma e Siviglia in Europa League, cosa si aspetta?
Il Siviglia è una grande squadra e ha un grande allenatore. Hanno fatto un ottimo campionato. È una partita molto difficile. Siamo entusiasti, conosciamo bene il Siviglia: ha vinto il titolo tre volte negli ultimi sei anni, ovviamente è una delle squadre più forti in circolazione. Il suo recente passato nel torneo lo dimostra. Ciò che ha fatto è solo alla portata delle grandi squadre.
Si può dominare l’Europa League come il Real Madrid domina la Champions o è un torneo “di passaggio” per le grandi squadre?
È una mini Champions. Devi avere molte qualità e molta esperienza per vincerla. Il Siviglia si è specializzato nel vincere questo torneo ed è difficile. Giocare contro una squadra così esperta, che ha vinto il titolo così tante volte, è un compito molto difficile per noi.
Conosce bene Lopetegui, l’allenatore del Siviglia…
Sì, ci conosciamo sia a livello professionale che personale. È stato l’allenatore che mi ha sostituito l’anno dopo che sono andato al Porto. Abbiamo parlato molte volte e abbiamo un buon rapporto. È un tecnico che ammiro molto. Le sue squadre hanno molta intensità e dinamismo. Il Siviglia è fortunato ad avere un allenatore così forte e preparato. Non lascia nulla al caso, è un grande tecnico.
Nell’era post-Totti a Roma, quale strategia ha seguito il club?
Abbiamo cambiato molti giocatori da quando sono arrivato l’estate scorsa, sono arrivati giovani ragazzi, calciatori che volevano crescere ad un livello superiore. È vero che abbiamo tenuto uomini esperti come Dzeko o Kolarov, ma abbiamo una squadra di tanti giovani. Se a questa squadra viene data continuità, può diventare molto forte in futuro.
Gli attaccanti come Dzeko si stanno estinguendo?
Edin è un giocatore speciale. Ha segnato 16 gol, ma non tira i rigori. Ci sono altri giocatori in Italia che hanno fatto molti altri gol ma tirando rigori. Avrebbe potuto essere al di sopra di loro nell’elenco. Ha enormi qualità ed esperienza. Oggi non è facile trovare attaccanti con queste caratteristiche, forti, punti di riferimento.
Con lei hanno fatto bene giovani centrocampisti come Zaniolo o Pellegrini…
Abbiamo Zaniolo, che è rimasto infortunato per sei mesi, Pellegrini, ma anche Mancini, Ibañez, Diawara, Veretout, Villar, Carles Pérez, Kluivert, Under. La nostra squadra è piena di giovani giocatori che possono essere il futuro del Roma.
Come può la Roma, e qualsiasi squadra italiana, avvicinarsi alla Juventus, che domina la Serie A da 10 anni?
Ci sono due possibilità per migliorare. Investire come investono la Juve e l’Inter, ma la Roma non ha questa possibilità in questo momento, oppure dare continuità e fare un lavoro per impostare il futuro. Questo è il nostro metodo. Scommettere sui giovani, che acquisiscono esperienza e attraverso la continuità del loro lavoro, fare ciò che l’Atalanta ha fatto: essere più vicini ai primi e poter lottare per il titolo.